Progetto Cittadella in Welfare

Il progetto ha l’obiettivo di favorire un welfare aziendale attento al territorio e valorizzare i negozi di prossimità. In particolare, l’iniziativa coglie le opportunità dei decreti “Aiuti-bis” e “Aiuti Quater”, cioè l’innalzamento a 3000 euro della soglia non imponibile dei fringe benefit (ovvero i buoni spesa) che le imprese possono mettere a disposizione dei propri dipendenti nel 2022, senza vincoli di accordi sindacali né di regolamenti.

 

I buoni spesa rappresentano uno strumento totalmente defiscalizzato/decontribuito e sono deducibili al 100% come costo del lavoro (rif. art 51 comma 3 TUIR), perciò possono essere un utile strumento per premiare i lavoratori in base al merito ed un mezzo per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, in momenti di turbolenze economiche come quelle che stiamo vivendo.

 

Cittadella in Welfare mette a disposizione delle imprese tre servizi gratuiti:

  • consulenza per la gestione e rendicontazione dei fringe benefit (art. 51 comma 3 del TUIR);
  • buoni cartacei del valore nominale di 25 euro cadauno, senza costi aggiuntivi oltre al valore nominale. Non c’è inoltre la necessità di accedere a nessuna piattaforma e i lavoratori possono scegliere di spendere i buoni in più di 90 esercenti del territorio, vedi mappa.cittadellainwelfare.it;
  • comunicazione tramite social e media per le imprese che scelgono i buoni Cittadella in Welfare come strumento per premiare i dipendenti, iniziativa che si configura come una delle azioni CSR (Corporate Social Responsibility) e ESG (Environmental, Social and Corporate Governance).

 

 

Vuoi attivare un progetto simile nel tuo territorio?

Fringe benefit aumento della soglia a 3000 euro

Aumento della detassazione fiscale e contributiva da 600 euro a 3000 euro. A prevederlo è l’art. 3 del D.L. 18/11/2022 n.176 pubblicato in GU n.270 dello stesso giorno e in vigore dal 19-11-2022, con misure di sostegno per fronteggiare il caro bollette.

Il decreto Aiuti-Bis, convertito il 21 settembre scorso nella legge n. 142, aveva già modificato il limite di detassazione fiscale e contributivo dei fringe benefit a favore dei lavoratori dipendenti, innalzando la soglia a 600,00 euro.

La norma, inoltre, stabilisce che rientrano nell’agevolazione anche le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale.  

Il datore di lavoro potrà, pertanto, riconoscere ad ogni singolo dipendente nel 2022 una soglia di esenzione di 3.200,00 euro, di cui

  • 3.000,00 euro di fringe benefit
  • 200,00 euro di buoni carburante

Va sottolineato che in entrambi i casi si tratta di  “liberalità”, quindi il datore di lavoro non ha nessun obbligo di corrispondere né per il “bonus bollette”, né per il “buono carburante”.

Decreti Aiuti: fringe benefits  a 3000 euro

Il 21 settembre 2022 è stato convertito nella Legge n. 142 il D.L. n. 115/2022 c.d. Decreto Aiuti-bis, che ha introdotto alcuni interventi a sostegno dei lavoratori per sopperire ai disagi causati dalla crisi.

Fra queste misure, l’articolo 12 prevede l’esclusione dal reddito di lavoro dipendente ai fini fiscali e dalla base imponibile contributiva:

  • del valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti;
  • nonché delle somme rimborsate ai medesimi dipendenti dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di 3.000 e solo per il periodo d’imposta dell’anno 2022.

Si considerano percepiti nel periodo di imposta anche le somme e i valori corrisposti dai datori di lavoro entro il 12 gennaio dell’anno successivo a quello a cui si riferiscono (principio di cassa allargato).

All’interno dei beni ceduti si includono:

  • autovettura concessa ad uso promiscuo;
  • buoni benzina;
  • buoni spesa;
  • pacco natalizio;
  • beni in natura;
  • i premi assicurativi extra professionali;
  • il welfare contrattuale (es 200 euro CCNL Metalmeccanici);
  • PC e cellulare a uso promiscuo;
  • alloggio dato in uso ai dipendenti;
  • utenze per uso domestico (acqua, energia elettrica e riscaldamento).

ATTENZIONE: serve tener conto di tutti i redditi percepiti dal lavoratore, anche se derivanti da altri rapporti di lavoro eventualmente intrattenuti nel corso dello stesso periodo d’imposta.

La norma inoltre, contrariamente a quanto previsto per la cessione di beni e servizi prestati a favore dei lavoratori che non consente monetizzazione, prevede invece il rimborso delle spese sostenute direttamente dai lavoratori per le utenze di acqua, luce e gas.

L’esclusione dalla base imponibile fiscale e previdenziale è applicabile a condizione che il datore di lavoro acquisisca e conservi la documentazione comprovante l’utilizzo delle somme da parte del dipendente coerentemente con le finalità agevolative previste dalla legge.

 

Fringe benefits 2022: chiarimenti dell’AdE

Per quanto riguarda le utenze, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il pagamento o il rimborso può riguardare immobili ad uso abitativo posseduti o detenuti dal dipendente, dal coniuge o dai suoi familiari a prescindere che negli stessi abbiano o meno stabilito la residenza o il domicilio, ma a condizione che ne sostengano effettivamente le relative spese.

Il datore di lavoro dovrà acquisire:

  • la “bolletta” attestante l’utenza domestica pagata, oppure la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà nella quale il lavoratore attesti il possesso della documentazione comprovante il pagamento delle utenza domestiche e che contenga tutti i dati necessari per identificarli (numero e intestatario della fattura, tipologia di utenza, importo pagato, la data e la modalità di pagamento);
  • un’ulteriore dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà dal lavoratore che attesti che le fatture non siano già state oggetto di richiesta di rimborso, totale o parziale, anche da parte di altri datori di lavoro nel caso di rapporti di lavoro part-time, ovvero dal coniuge o da familiare.

L’agevolazione riguarda i lavoratori dipendenti e i percettori di reddito da lavoro assimilato a quello da lavoro dipendente: collaboratori coordinati e continuativi, amministratori, tirocinanti.

Qualora in sede di conguaglio annuale dovesse emergere che il valore dei beni o dei servizi prestati è superiore alla soglia (€ 3.000), il datore di lavoro deve assoggettare a tassazione e a contributi l’importo corrisposto nella sua interezza.

L’esclusione dal reddito opera anche se la liberalità è corrisposta ad un solo dipendente non essendo previsto l’obbligo di erogazione a favore di tutti i lavoratori o di categorie omogenee di lavoratori.

 

Per ulteriori informazioni si veda la circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 35/e del 4 novembre 2022 “Misure fiscali per il welfare aziendale – Articolo 12 del decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115”

 

Vuoi capire come gestire questa opportunità per la tua impresa?

Bonus animali domestici: quali novità per il 2022?

Anche quest’anno è stato confermato il Bonus animali domestici, comprovato all’interno della Legge di Bilancio in vigore dal 1˚ gennaio 2022.

 

Chi può usufruire del Bonus?

Il bonus può essere utilizzato per tutti gli animali domestici, da compagnia, da caccia o impiegati in pratiche sportive; sono esclusi dal bonus tutti gli animali destinati ad attività agricole, all’allevamento o al consumo alimentare.

 

Quali spese possono essere detratte?

  • Cure mediche veterinarie
  • Spese farmaceutiche
  • Analisi di laboratorio
  • Interventi presso cliniche veterinarie

 

Quali condizioni si devono rispettare per avere il bonus?

Il Bonus è una detrazione fiscale del 19% fino a una spesa massima di 550 €. Per poter usufruire del bonus si deve superare la franchigia di 129,11 €, sotto questa spesa minima non potrà essere richiesto alcun bonus.  

La richiesta non prevede limiti di ISEE e deve essere effettuata dal possessore legale dell’animale, dimostrabile attraverso l’opportuna documentazione. 

Un’ulteriore requisito è che le spese possano essere tracciabili: devono quindi essere fatte con carta, bancomat, versamento bancario, o attraverso fattura o scontrino con il codice fiscale del richiedente.

 

Dove vanno indicate le spese per il bonus?

All’interno del modello 730 le spese sostenute vanno indicate nella sezione “Altre spese”, mentre le spese veterinarie sono da inserire nella sezione I, rigo da E8 a E10 utilizzando il codice “29” per le spese veterinarie sostenute per la cura di animali legalmente detenuti per compagnia o per pratica sportiva.

All’interno del modello Redditi devono essere indicate nei righi da RP8 a RP13, sempre con il codice “29”.

 

 

INNOVAttori del welfare territoriale

Partito da poco il progetto WELFARE DI MARCA che coinvolge i Comuni di Arcevia, Barbara, Ostra, Ostra Vetere, Senigallia, Serra de’ Conti, Trecastelli, Corinaldo, Castelleone di Suasa. 

Nove Comuni della Valle del Mise e del Nevola, in provincia di Ancona.

Focale il nostro lavoro di affiancamento all’Unione Le Terre della Marca Senone che ha fortemente creduto alle metodologie di INNOVA, finalizzate allo sviluppo di progetti di welfare territoriale integrato e declinati in modo sartoriale in ogni specifica area territoriale.

Conclusa la fase di co-progettazione con le Amministrazioni Locali e gli Stakehoders, stiamo lavorando per informare e coinvolgere le aziende interessate al welfare aziendale e i fornitori di beni e servizi per la comprensione di questa nuova opportunità di mercato.

L’obiettivo è l’incremento del potere d’acquisto dei lavoratori e delle loro famiglie, lo sgravio fiscale per le aziende, dare ossigeno all’economia locale agevolando la spendibilità del credito welfare presso le attività economiche e sociali, anche le micro, della Valle del Mise e del Nevola. 

 

 

Welfare di Marca: un progetto di sviluppo del territorio e di coesione sociale.

 

La nostra è un’idea di territorio che vuole favorire e sostenere un’economia virtuosa e solidale, che mantiene un beneficio economico di prossimità e riduce i flussi finanziari verso altre realtà economiche nazionali e internazionali. Tutto questo è oggi possibile attraverso il nostro modello di welfare integrato e le tecnologie digitali.

WELFARE DI MARCA traduce in modo concreto una prospettiva di ripresa coerente con le indicazioni del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ed è orientato a sostenere e difendere il potere d’acquisto delle famiglie e a migliorare la tenuta del tessuto economico locale.

Il progetto favorisce piani di welfare aziendale responsabile, mettendo a disposizione dei dipendenti servizi e beni in regime fiscale agevolato (artt. 51 e 100 TUIR) quali leva di sviluppo territoriale in una logica sistemica in grado di connettere le realtà locali e di rispondere in forma più ampia ai bisogni delle persone. 

L’obiettivo è di rendere concreto un modello di welfare territoriale integrato in un’ottica sostenibile e inclusiva, che preveda il coinvolgimento delle imprese anche nei settori storicamente meno forti e che hanno subito un calo di fatturato dovuto alle restrizioni causate dalla pandemia Covid-19 e dalle altre emergenze più recenti.

L’elemento qualificante della proposta è l’adozione di modalità e strumenti di intervento che risultino catalizzatori del senso di comunità e rafforzativi della connettività economica e sociale, mettendo in rete tutti quei soggetti che a vario titolo promuovono o facilitano l’erogazione di servizi di welfare, quali Comuni, imprese private, terzo settore e associazioni di rappresentanza.

Riteniamo che queste finalità siano attuabili attraverso, da un lato, una forte sinergia fra pubblico e privato, riconoscendo l’importanza centrale assegnata agli ATS anche con funzioni di stimolo, raccordo e coordinamento delle politiche sociali (vedi Piano Sociale Regionale 2020-2022 – Regione Marche); dall’altro, la promozione di un approccio basato sulla Responsabilità Sociale Condivisa (RSC) come stimolo alla ripresa e resilienza, particolarmente importante in questa fase post-pandemia.

Tutto, passa poi attraverso la tecnologia. Il progetto infatti mette a disposizione una apposita piattaforma, a breve anche un’APP, che permette ai lavoratori di gestire, in modo semplice e intuitivo, il credito welfare messo a disposizione dalla propria azienda, pagando i servizi con i “voucher digitali”. I beni invece con i “buoni spesa digitali” spendibili presso le organizzazioni del terzo settore, gli esercizi commerciali, le attività artigianali e professionali della Valle.

 

Tutto sarà estremamente concreto grazie un ulteriore elemento di qualità, i WelfarePoint, da noi ideati 7 anni fa. Luoghi fisici, altamente funzionali dove poter conoscere i servizi presenti nel territorio. I Point hanno lo scopo di orientare e accompagnare i cittadini verso le soluzioni di spendibilità più adatte ai loro bisogni. Sono una risposta innovativa alle esigenze della comunità, un’iniziativa che vuole evitare il rischio di parcellizzazione e settorializzazione degli interventi, puntando all’integrazione dei servizi e al potenziamento del lavoro di rete con i soggetti della comunità locale (come previsto dal Piano Sociale 2020-2022 – Regione Marche).

 

Assegno Unico 2022: le novità

Da gennaio 2022 tutti gli aiuti destinati ai figli a carico verranno concentrati in un unica soluzione, per questo definito unico. L’assegno unico è anche universale perchè viene garantito in misura minima a tutte le famiglie con figli a carico, anche in assenza di ISEE o con ISEE superiore alla soglia di euro 40mila.

L’Assegno unico è un sostegno economico alle famiglie, per ciascun figlio a carico dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età, limite annullato per i figli con disabilità.

 

CHE COS’È L’ASSEGNO UNICO?

L’assegno unico consiste in una quota mensile destinata a ciascun figlio, dal SETTIMO MESE DI GRAVIDANZA fino ai 21 ANNI di età, con un valore maggiorato dal terzo figlio e nel caso di bambini disabili.

L’importo dell’assegno unico viene definito sulla base dell’ISEE e sulla base del numero di figli, dell’eta degli stessi e di eventuali situazioni di disabilità.

 

QUALI MISURE SOSTITUISCE L’ASSEGNO UNICO?

L’assegno di natalità: un importo destinato a ogni figlio, corrisposto fino al primo anno di età o fino al primo anno di adozione.

Il premio alla nascita o all’adozione: un contributo una tantum, pari a un importo di 800 €, erogato in unica soluzione dal settimo mese di gravidanza o all’atto dell’adozione.

L’assegno per il nucleo familiare: un assegno destinato in base al reddito e al numero dei componenti del nucleo familiare.

Le detrazioni IRPEF per figli a carico: sono destinate in misura inversamente proporzionale al proprio reddito (per i redditi pari o superiori a 95.000€ si annullano).

 

QUANDO SI PUO’ RICHIEDERE L’ASSEGNO UNICO?

L’assegno unico può essere richiesto dal 1° gennaio 2022 e per coloro che richiedono l’assegno unico entro il 30 giugno 2022 verranno riconosciuti gli importi spettanti a decorrere dal mese di marzo.

Presentando domanda a gennaio e febbraio si avrà il pagamento dell’assegno unico dal 15 al 21 marzo. Per le domande che verranno presentate successivamente il pagamento si avrà alla fine del mese  successivo a quello di presentazione della domanda.

Presentando la domanda entro giugno 2022 verranno riconosciuti i pagamenti per le mensilità arretrate dal mese di marzo.

 

DOVE FARE DOMANDA?

La domanda può essere presentata da uno dei due genitori:

sul sito INPS al servizio “Assegno unico e universale per i figli a carico” con SPID almeno di livello 2, Carta di Identità Elettronica (CIE) o Carta Nazionale dei Servizi (CNS);

tramite il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile, con la tariffa applicata dal gestore telefonico);

tramite enti di patronato.

 

SERVE PRESENTARE L’ISEE?

La domanda per l’assegno unico può essere richiesta anche senza la presentazione dell’ISEE, ma si accederà solo all’importo minimo previsto.

Sarà comunque possibile inviare l’ ISEE successivamente e avere accesso all’importo specifico per il proprio nucleo familiare.

 

QUANTO COSTA FARE L’ISEE?

Ricordiamo che, presso i Caf, l’assistenza per la compilazione e la trasmissione del modello ISEE è gratuita.

 

 

 

 

ATTENZIONE: tutte le informazioni possono subire variazioni in base alla normativa vigente e alle circolari ministeriali.

INVECCHIAMENTO E SOLITUDINE SI AFFRONTANO MEGLIO CON UN WELFARE ABITATIVO

Come è noto, l’Italia è il paese europeo più vecchio, in un continente già vecchio di per sè: gli over 65 italiani sono il 22,8% della popolazione (dato in continuo aumento), contro il 20,3% medio dell’Unione Europea. 

Il 40% degli italiani che ha più di 75 anni vive da solo, senza amici e con limitato sostegno da parte della famiglia.

Diminuisce l’autonomia e cresce l’età media degli anziani ricoverati nelle apposite RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali), le quali peraltro hanno capacità di occuparsi soltanto di 19 persone ogni 1.000 abitanti, contro una media OCSE di 47. 

 

Quali soluzioni a questi bisogni?

In una situazione in cui le strutture pubbliche, oggi ed in prospettiva, appaiono insufficienti, in cui anche i vincoli familiari si vanno progressivamente allentando, a quale destino va incontro la crescente popolazione di italiani proprio quando si troverà nell’età più avanzata?

È necessario individuare delle soluzioni concrete, che, al di là della pura sussistenza e dell’assistenza sanitaria, contemplino la soddisfazione dei bisogni tipici degli anziani autosufficienti e ne migliorino la qualità di vita: socialità, sostegno, interessi, privacy.

 

Cohousing: cos’è?

Negli ultimi anni, ad esempio, sono nate nuove forme di aggregazione che prendono nome di cohousing sociale.   Di che si tratta?

Per cohousing (la traduzione letterale suona coabitazione, ma è riduttivo) si intende un insieme di alloggi privati indipendenti che hanno degli spazi comuni – al chiuso o all’aperto – utilizzati da tutti gli inquilini: ad es. cucine, lavanderie, palestre, biblioteche, etc. Ciò consente tra l’altro economie sui costi, stimate fra il 20 ed il 30% rispetto all’alloggio tradizionale. È un’idea nata in Danimarca negli anni 60.

 

Il cohousing a Treviso

Per comprendere meglio il fenomeno, prendiamo ad esempio una coppia di coniugi di Treviso, Mirella e Giuseppe. Entrambi in pensione, hanno deciso di vendere la loro casa e di trasferirsi in un appartamento più piccolo all’interno di un palazzo di proprietà dell’ISRAA (Istituto Servizi di Ricovero e Assistenza agli Anziani), le cui unità sono pensate proprio per persone nella loro situazione.  Il progetto ISRAA, cofinanziato dall’UE, prevede appunto il recupero e l’ammodernamento di edifici da destinare a finalità sociali, in particolare per gli anziani.  

Mirella e Giuseppe godono di buona salute, quindi possono occuparsi da sé della quotidianità e dedicarsi a letture e viaggi di piacere: fanno parte della fascia d’età fra i 75 e gli 85 anni, sono lucidi ed autonomi, non hanno bisogno di particolari cure mediche.

In cambio dell’affitto dei locali già arredati, l’ISRAA si occupa per loro conto del pagamento delle bollette, della manutenzione e dei servizi ordinari (es. lavanderia), nonchè dell’assistenza medica leggera. 

Interessante l’aspetto sociale: gli inquilini entranti sottoscrivono l’impegno a partecipare a determinate attività collettive, per “favorire il senso di appartenenza alla comunità” e “dare valore al vicinato”. Ciò costituisce un efficace stimolo ad aprirsi e mantenere relazioni con i nuovi coinquilini, evitando di cadere nell’isolamento fisico e psicologico. ISRAA rappresenta un esempio di successo grazie all’idea centrale del progetto: investire su persone autonome, ma che, senza il cohousing, potrebbero finire presto per sviluppare malattie croniche o condizioni di vita solitaria, cosa che, purtroppo, avviene spesso per molte persone non autosufficienti che vivono in Case di Riposo.

 

Senior Cohousing: un nuovo modo di abitare

Il cohousing per anziani (chiamato anche senior cohousing) è in crescita ovunque, all’estero come in Italia: nel nostro paese il design degli alloggi si va standardizzando, e uno studio Nomisma prevede un grande sviluppo di questa nicchia del mercato immobiliare, a dimostrazione del fatto che costituisce una specifica soluzione abitativa rispondente a reali necessità sociali: se ne trovano esempi ormai in molte regioni, dalla Val d’Aosta alla Campania.

 

Si sono infatti già costituite molte comunità di vicinato solidale, il che consente agli anziani residenti di mantenere la propria vita privata, condividendo allo stesso tempo con gli altri inquilini taluni spazi e attività quotidiane. Insomma, un abitare collaborativo basato su condivisione e solidarietà, che si è mostrato efficace per combattere la solitudine ed evitare l’esclusione sociale di persone della terza età, mantenendone elevato più a lungo il coinvolgimento emotivo.

 

#Conciliarete: il progetto

# Conciliarete ha l’obiettivo di supportare lavoratrici e professioniste nella conciliazione tra la vita lavorativa e quella personale e per fare questo mette a disposizione i buoni di conciliazione

 

#Conciliarete, è un progetto con capofila l’Ente Bilaterale Veneto e FVG e finanziato della Regione Veneto nell’ambito del POR-FSE 2014-2020.

I buoni del progetto #Conciliarete hanno un valore di € 200 al mese e possono essere spesi per 4 tipologie di servizi: 

Buoni per Servizi educativi, di cura e accompagnamento per minori con meno di 14 anni: possono essere richiesti per i propri figli o per i propri nipoti. 

Buoni per Servizi di assistenza per anziani non autosufficienti che abbiano un età di almeno 75 anni: rientrano in questa categoria i genitori, i suoceri, i nonni e gli zii. 

Buoni per Servizi di assistenza per persone con disabilità media o grave oppure che abbiano un’invalidità di almeno il 30%: possono essere richiesti per i fratelli o le sorelle, per figli o nipoti (anche maggiori di 14 anni) o per genitori, suoceri e zii (anche minori di 75 anni). 

Buoni per costi legati a spazi di co-working. 

 

Innova è partner tecnico di #Conciliarete e per il progetto ha sviluppato l’applicazione web per gestire i buoni in modo semplice ed intuitivo.

 

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WELFARE & ARTE: la cultura come strumento di innovazione aziendale

“Abbiamo portato in tutti i paesi della comunità le nostre armi segrete: i libri, i corsi culturali, l’assistenza tecnica…. In fabbrica si tengono continuamente concerti, mostre, dibattiti. La biblioteca ha decine di migliaia di volumi e riviste di tutto il mondo. Alla Olivetti lavorano intellettuali, scrittori, artisti, alcuni con ruoli di vertice. La cultura qui ha molto valore.” Adriano Olivetti.

 

L’arte e la cultura come metafora in azienda

L’arte è una metafora potente per favorire processi di cambiamento, innovazione e integrazione dei saperi, intesi come sapere intellettuale e saper fare. Nelle aziende, specialmente in quelle manifatturiere, quest’ultimo tema è particolarmente delicato, spesso irrisolto. Tra chi fa e chi ha il compito di pensare a strategie aziendali, intercorrono spesso delle difficoltà di dialogo attivo. L’arte, o meglio l’artista, rappresenta entrambi questi saperi poiché la realizzazione pratica dell’opera non può prescindere da una riflessione sui contenuti, sul messaggio che si vuole comunicare e sull’impatto che questo messaggio si prefigge di avere. Un altro motivo, forse ancora più potente, è che l’arte contribuisce a scardinare i paradigmi di un modo di fare e pensare precostituito, permettendo alle persone di sviluppare un pensiero laterale ed innovativo. Questi sono alcuni dei motivi per cui l’arte può essere utile a lavoratori e imprese ed è questo il motivo che ci spinge a proporre un progetto che metta in relazione Arte e Welfare in un’ottica integrata di innovazione e benessere delle organizzazioni.

 

Welfare & Arte: un nuovo servizio 

Per sviluppare un progetto così ambizioso abbiamo scelto di collaborare con ARTIKA, società che dal 2011 lavora per la promozione dell’arte nel territorio nazionale. L’unione delle nostre abilità nei rispettivi campi di conoscenza ha sancito la nascita del nuovo servizio WELFARE&ARTE dedicato alle Imprese nostre clienti per poter dare ai lavoratori nuove opportunità di approccio alla cultura. Tramite il welfare, l’Azienda potrà destinare parte del suo contributo in esperienze culturali con l’intento di offrire ai dipendenti un Buon-Essere, una qualità di vita per sé stessi e per la loro famiglia da riversare poi nella stessa dimensione professionale.

Allo stesso tempo, l’Impresa sostiene le attività culturali di un territorio quale espressione di una propria propensione di Responsabilità Sociale d’Impresa.

 

Arte e cultura per festeggiare i 60 anni de LA MECCANICA 

La nostra idea è stata subito colta con entusiasmo da LA MECCANICA di Cittadella (Padova) nostro cliente storico. Una scelta inedita per festeggiare il loro 60° anniversario di attività produttiva: promuovere l’arte per tutti i lavoratori della sua azienda, da sempre nelle corde del suo titolare l’Ing. Roberto Reffo.                               

Il risultato del nostro sodalizio è di sostenere insieme la mostra ICONS di Steve McCurry, l’artista statunitense che da sempre esalta la figura umana nella sua integrità, attraverso la realizzazione del trailer. 

Il breve trailer che vi proponiamo è un invito a visitare la mostra fino al 13 febbraio 2022 presso lo storico Palazzo Sarcinelli a Conegliano, Treviso. 

Stare a tu per tu con i 100 volti di uomini e donne, la loro storia, la cultura, le emozioni, la vita quotidiana è regalarsi un viaggio affascinante, imperdibile tra la gente di questo mondo.

 

Vi aspettiamo in mostra, è imperdibile!

 

Welfarenet: una partnership tra Innova ed Ente Bilaterale Veneto FVG

Welfarenet è un progetto nato nel 2014 dalla volontà di Innova e dell’Ente bilaterale Veneto FVG (ente bilaterale del commercio del turismo di Confesercenti e di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e UilTucs-Uil), con un’immediata partecipazione di molti altri partner tecnici e istituzionali, parti sociali, università ed esperti di welfare.

 

Quali sono gli obiettivi di Welfarenet?

Welfarenet vuole amplificare le conoscenze del welfare aziendale, andando oltre il confine delle grandi imprese, cercando di sensibilizzare alla tematica anche le piccole e medie imprese; Welfarenet si propone di far nascere una sinergia virtuosa tra welfare aziendale, welfare contrattuale e bilateralità promuovendo e valorizzando il territorio in cui i vari attori operano. Questo è stato ed è possibile grazie alla promozione e alla conoscenza dei servizi che un territorio offre, sostenendo così il welfare territoriale. 

 

Welfarenet: tutto quello che ti serve in un’unica mappa

La rete di servizi presente nella mappa di Welfarenet riunisce informazioni provenienti da diversi attori, infatti si possono trovare informazioni provenienti da provider di welfare aziendale, enti bilaterali, buoni o voucher sociali o di conciliazione statali, regionali o comunali, carte fedeltà e sconti territoriali. 

 

Benefici per lavoratori, cittadini e famiglie

La mappa di Welfarenet offre importanti vantaggi non solo per i lavoratori ma anche per cittadini e famiglie, poichè, vi è la possibilità di cercare vari beni e servizi tra un importante ventaglio di offerte. 

 

Un’altro aspetto molto importante è la possibilità di cercare le varie attività selezionando i requisiti che più incontrano le necessità di ognuno attraverso gli “elefantini” Welfarenet. Ma cosa sono questi “elefantini”? Non sono altro che degli indicatori che aiutano la ricerca del servizio più adatto permettendo la segnalazione di tutti quei servizi aggiuntivi che rendono la struttura più adatta alle varie esigenze. Ecco alcuni ambiti, non esaustivi, dei filtri che si possono applicare:

– adatto ai bambini

– adatto ad anziani e disabili

– attrezzature mediche

– salvatempo e consegna a domicilio

– spazi relax

– ecologia e territorio

– amici degli animali

– metodi di pagamento

 

Un nuovo modello di welfare aziendale adatto anche alle piccole aziende

Welfarenet riesce a portare i benefici del welfare aziendale anche nella piccola e piccolissima impresa grazie ad alla sua capacità di unire, in un unico posto, i benefit aziendali, gli strumenti conciliativi della contrattazione e la bilateralità. 

In altre parole Welfarenet è in grado di valorizzare e arricchire il territorio. In che modo riesce a farlo? Attraverso un dialogo tra gli attori pubblici con quelli privato ed gli attori privati sociali.

 

Il Welfare si costruisce con modalità Innov-attive

a cura di Giovanni Albanese

 

 

La notizia è dei primi di Agosto, e conferma la vitalità e la creatività che da sempre contraddistinguono i protagonisti del welfare veneto, imprese, dipendenti e parti sociali.

 

Il caso Grotto spa

I lavoratori della Grotto spa di Chiuppano (VI), titolare del marchio Gas Jeans, hanno infatti deciso di costituire una cooperativa, di cui i dipendenti stessi diventeranno soci: la nuova azienda avrà lo scopo di gestire i servizi di welfare aziendale della Grotto.  Si tratterà di una cooperativa di consumo, che sarà impegnata a far ottenere ai soci prodotti e servizi a prezzi migliori di quelli di mercato.

Quest’idea, oltre agli ovvi risvolti economici, ha anche un altro scopo dichiarato: quello di stimolare la dedizione ed il senso di appartenenza dei dipendenti, in un momento in cui la Grotto è in fase di concordato e la direzione ha puntato forte sulle risorse umane per trarre dalle secche la produzione, restituendole slancio e competitività.  Alla fase di gestazione della nuova cooperativa ha collaborato anche Legacoop Veneto.

L’idea sta riscuotendo buon consenso fra il personale della Grotto: tramite la nuova cooperativa, i lavoratori condivideranno infatti fin dall’inizio con la direzione l’importante fase di definizione del progetto di welfare, e dei servizi che saranno successivamente attivati.   Non si tratterà quindi di un piano “calato dall’alto”: i dipendenti potranno dire la loro sugli obiettivi, e, una volta in funzione la cooperativa, incidere attivamente sulla gestione del piano welfare, per massimizzare i benefici economici che esso apporterà agli aderenti, amplificati dalle economie di scala generate dalla massa degli acquirenti.

Sul piano della condivisione dell’impresa come “bene comune”, il caso di Gas Jeans è esemplare: lo scopo di non è “semplicemente” il benessere dei dipendenti, ma rappresenta una moderna forma di partecipazione del personale dalla cui sperimentazione, attesa ora al vaglio della prova pratica, potranno potenzialmente derivare nuove modalità di coinvolgimento dei lavoratori nella gestione aziendale.

 

Ma non tutte le imprese, soprattutto le micro e piccole, potranno intraprendere questo modello partecipativo, per questo, già nel 2017, come Innova srl abbiamo sviluppato WelfareDesign©, un approccio in cui è richiesto il concorso attivo del personale nella progettazione del piano di welfare aziendale. 

 

WelfareDesign©: in cosa consiste

WelfareDesign© è un insieme di strumenti, o toolkit, appositamente progettato per guidare il percorso di analisi, definizione degli obiettivi, scelta dei mezzi per raggiungerli. Lo scopo è quello di rendere partecipi e far sentire protagonisti i dipendenti, in modo da far scattare consapevolezza, collaborazione ed entusiasmo per disegnare un welfare aziendale su misura.

 

WelfareDesign©, gamification e design thinking

I partecipanti infatti si riuniscono in gruppi volutamente non omogenei per livello e funzione aziendale, il che favorisce il confronto e l’incontro di mentalità ed esigenze diverse sul comune terreno della ricerca di miglioramenti nel proprio benessere lavorativo ed extralavorativo. Le modalità utilizzate discendono dalla gamification, tecnica che, attraverso aspetti ludici, conduce a risultati molto concreti: un gioco di carte – le buone prassi – aiuta a ragionare sui vari ambiti della realtà aziendale e a disegnare per approssimazione successiva il complesso puzzle del piano di welfare, concentrandosi sulle concrete necessità individuate dalla discussione.

Il laboratorio entra in funzione con un gruppo di 7/8 persone, ed ha alla base la metodologia del design thinking, che aiuta ad individuare i problemi ed a studiarne le soluzioni: queste ultime risulteranno di conseguenza adeguate agli effettivi bisogni emersi durante l’analisi e godranno dei contributi creativi apportati da ogni partecipante.

 

WelfareDesign© per le PMI

Non è, come potrebbe apparire a prima vista, un approccio destinato alle sole imprese medio-grandi: l’esperienza pratica di Innova su WelfareDesign© dimostra che la metodologia applicata risulta efficace in ogni tipo di azienda, incluse le PMI la cui struttura organizzativa con poca verticalizzazione si è anzi dimostrata più flessibile nell’accogliere le istanze dei lavoratori ed individuare soluzioni di cui hanno beneficiato non solo imprenditori e dipendenti, ma, in uno scenario più ampio, anche gli esercizi di prossimità e la comunità di riferimento che circonda l’azienda.

 

WelfareDesign© supporta e stimola l’innovazione nelle organizzazioni in modo efficace, divertente e partecip-attivo.